Il sentiero dei Briganti



Il triste fenomeno del brigantaggio, che condizionò la vita nell’Alta Tuscia lungo l’intero arco del XIX secolo, è stato scelto come filo conduttore di un itinerario storico, tracciato tra Monte Rufeno (presso Acquapendente) e Vulci (dalla parte di Canino), attraverso i luoghi che furono testimoni della vita, dei delitti e della fine di molti briganti. Un itinerario percorribile a piedi, in mountainbyke o a cavallo, indicato da un’apposita segnaletica direzionale e dotato di un apparato illustrativo per la conoscenza sia delle principali emergenze culturali lambite dal sentiero sia delle più note figure di briganti che, per le loro gesta, sono passate alla storia. Il progetto, proposto dalla comunità montana “Alta Tuscia Laziale” e dai comuni di Canino, Ischia di Castro e Farnese, è stato elaborato nel novembre del 2000 nell’ambito degli interventi previsti dal Piano di Azione Locale del G.A.L. “Alta Tuscia” ed è stato presentato alla Regione Lazio per poter accedere ai finanziamenti dell’iniziativa comunitaria Leader II. E’ stato finanziato per il 78% dalla Comunità Europea e per la restante parte dagli enti che hanno proposto l’iniziativa. La comunità montana ne ha, poi, curato in prima persona l’appalto, la realizzazione e la promozione.

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Itinerario Farnesiano della Tuscia



Veduta di Gradoli e del Palazzo Farnese

La Tuscia è considerata la terra d’origine della Famiglia Farnese; da qui l’illustre casato partì per quella rapida e felice scalata al potere che le consentì di dominare in Italia e in Europa, a cominciare dal soglio pontificio cui assurse Paolo III. Fu certamente papa Paolo III a iniziare quella vocazione al mecenatismo che qualificò la famiglia Farnese come fra le maggiori protettrici di letterati, artisti, musicisti; ne beneficiò la Tuscia, ne beneficiarono Roma, Parma, Piacenza.

Ancorché la reggia di Caprarola e il drammatico destino di Castro siano ben noti, soprattutto agli studiosi e ai turisti più attenti, la Tuscia farnesiana rimane sostanzialmente ai margini degli studi e delle iniziative che in genere si riservano al nobile casato. Di qui il progetto di costituire un Itinerario farnesiano nella Tuscia che consenta di riscoprire, con i Farnese, la Tuscia stessa: un Invito dei Farnese dunque, nelle loro terre d’origine, nei luoghi in cui il casato si rese forte, autorevole, prestigioso, dove continuò a tornare, anche quando la Storia lo vide “primeggiare altrove, in Emilia, ma anche in Belgio, Francia e in Spagna”. La Tuscia è pressoché costellata di rocche, palazzi, castelli, monumenti dovuti alla magnificenza dei Farnese e ad essi si affiancano bellezze naturali in cui l’ambiente si mostra ancora incontaminato – si pensi all’isola Bisentina nel Lago di Bolsena – e retaggi di un grandioso passato – dalle necropoli etrusche agli antichi centri storici di origine medievale – che costituiscono un’incomparabile occasione per un turismo di qualità, da quello culturale a quello naturalistico, da quello termale a quello religioso.

“Ma per un secolo ancora i Farnese manterranno diritti e pretese su quelle terre di Castro, dove avevano visto la luce i loro progenitori guerrieri, al servizio delle fazioni medioevali, dove avevano avuto nell’Isola Bisentina sul Lago di Bolsena la loro chiesa, la loro tomba, dove conserveranno a lungo e trasmetteranno più tardi ai loro eredi, i Borbone di Napoli, discendenti dall’ultima dei Farnese, la Regina di Spagna Elisabetta, la splendida villa vignolesca di Caprarola, quasi dovesse fare buona guardia alle loro tradizioni gentilizie per i secoli avvenire”.

a cura di

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI VITERBO


La Via Francigena



La Cripta e l’Edicola del Santo Sepolcro di Acquapendente

La Via Francigena che da Canterbury portava a Roma è un itinerario della storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini in viaggio per Roma. Fu soprattutto all’inizio del secondo millenio che l’Europa fu percorsa da una moltitudine di anime “alla ricerca della Perduta Patria Celeste”. Questa via attesta infatti l’importanza del pellegrinaggio in epoca medioevale: esso doveva compiersi prevalentemente a piedi (per ragioni penitenziali) con un percorso di 20-25 kilometri al giorno e portava in sé un fondamentale aspetto devozionale: il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della religione cristiana. È noto come tre fossero i poli di attrazione per questa umanità in cammino: innanzitutto Roma, luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, dove l’apostolo San Giacomo aveva scelto di riposare in pace e naturalmente Gerusalemme in Terra Santa. Il pellegrino inoltre non viaggiava isolato ma in gruppo e portava le insegne del pellegrinaggio (la conchiglia per Santiago de Compostela, la croce per Gerusalemme, la chiave per San Pietro a Roma). Va detto che queste vie di pellegrinaggio erano allo stesso tempo vie di intensi scambi e commerci e che le stesse venivano percorse dagli eserciti nei loro spostamenti.


Itinerario delle Rocche Monaldesche


Le Rocche Monaldesche sul territorio dell’Alta Tuscia.

Quello dei Monaldeschi è un altro potente casato che segnò la storia di questi luoghi nel periodo medievale e rinascimentale. Partigiani del partito Guelfo, sembra si siano stanziati nel territorio orvietano ne IX secolo, provenienti d’oltralpe. I primi documenti certi però, circa la loro eccezionale fortuna politica ed economica, risalgono al XIII secolo. Si divisero per contrasti interni in quattro rami: i Monaldeschi della Cervara, furono quelli che ebbero maggiore importanza nella storia della valle del lago e di Bolsena.


Sentieri escursionistici Riserva Naturale Monte Rufeno


Panorama su Monte Rufeno

Sentiero escursionistico “Monte Rufeno”. E’ creato per coloro che amano camminare e trascorrere le giornate all’aria aperta, circondati dal verde di un bosco; per molti sarà un’esperienza interessante, che potrà suscitare emozioni sconosciute. Per chi vive in città sarà possibile scoprire colori, suoni e odori nuovi. Vedere con occhi diversi la natura, inseguire con lo sguardo il volo dei falchi nell’azzurro del cielo, udire il rumore degli animali che corrono nel sottobosco e tante altre sensazioni potrà provare il visitatore. Il sentiero escursionistico inizia nei pressi del casale Felceto e si snoda all’interno della Riserva Naturale per circa 3,5 Km. L’itinerario è segnalato da appositi paletti a testa gialla, colore che contraddistingue il sentiero. Vi consigliamo un abbigliamento pratico e vi preghiamo di non abbandonare rifiuti e di non accendere fuochi. Il percorso è classificato come medio–facile; alcune panchine per la sosta sono dislocate lungo il tracciato. Le persone che desiderano avere una descrizione più approfondita del territorio possono richiedere una guida.

Sentiero escursionistico “La Scialimata”. E’ creato per coloro che amano camminare e trascorrere una giornata all’aria aperta, immersi in un ambiente naturale suggestivo come un bosco. Per molti sarà un’esperienza interessante che potrà suscitare emozioni sconosciute. Sarà possibile scoprire colori, suoni e odori nuovi. Il visitatore potrà approfondire la conoscenza di ciò che lo circonda: piante ed animali incontrati lungo il percorso, spesso rilevabili tramite le tracce, il paesaggio e le vecchie testimonianze del lavoro umano (carbonaie, vecchi oliveti). Il sentiero escursionistico “La Scialimata” è suddiviso in tre anelli. L’anello più grande, percorso A, è classificabile medio-difficile e sono necessarie 5 ore per percorrere i 9,5 Km del percorso comprese le soste per apprezzare la natura che ci circonda. L’anello alto, percorso B, è classificabile come medio-facile e ha una lunghezza di 3,1 km e sono necessarie per percorrerlo circa 2 ore. Dal Museo del Fiore è possibile percorrere una variante ad anello del percorso A (Km 3), coincidente con un sentiero natura descritto in un apposito depliant. I paletti segnavia che contraddistinguono l’intero sentiero sono a testa bianca, con riferimento blu per il percorso A e giallo per il percorso B. E’ possibile percorrere solo l’anello superiore o inferiore dell’anello. Vi preghiamo di non lasciare il sentiero, di non abbandonare rifiuti; inoltre non è consentito accendere fuochi. Evitare rumori inutili che disturbino gli animali. La presenza di una guida permette una comprensione migliore del territorio attraversato.

Sentiero escursionistico equestre “La Fonte”. E’ destinato ai visitatori che amano escursioni brevi e facili. Può essere percorso da chiunque senza limiti di età o d’impegno, partendo dal ristorante-albergo “La Monaldesca”. A differenza degli altri sentieri presenti all’interno della Riserva Naturale Monte Rufeno, il sentiero “La Fonte”, può essere percorso anche dagli appassionati delle gite a cavallo. Accanto ad esso, infatti, si trova il maneggio per cui basterà semplicemente noleggiare un cavallo per trascorrere in sella, dei momenti piacevoli. Il sentiero che si snoda per circa 3 Km. nel lembo settentrionale del Lazio, è segnalato da appositi paletti con testa color rosa. Il percorso non presenta forti pendenze, tranne nel tratto finale nei pressi del ristorante-albergo “La Monaldesca”. Per prenotare le escursioni a cavallo ci si deve rivolgere presso il Centro Visite della Riserva Naturale Monte Rufeno dove il personale addetto è in grado di dare delucidazioni su ogni tipo di escursione. Lungo il percorso si possono osservare tre casali che un tempo ospitavano altrettante famiglie contadine. Tali fabbricati rispondono al nome di: Monaldesca, casale ristrutturato ed adibito a scopo turistico-recettivo; Santa Maddalena o Poder Vecchio, ormai ridotto a rudere per l’abbandono e l’incuria che risale ormai a vecchi decenni; Palombaro, ove sorge il centro turistico-equestre e che è destinato a foresteria. I visitatori sono tenuti a rispettare le leggi ed i regolamenti vigenti all’interno della Riserva che potranno essere dettagliatamente spiegati dal personale del Centro Visite. In particolare è vietato: accendere fuochi, gettare rifiuti, raccogliere specie vegetali se non in base alle modalità previste. Vi consigliamo un abbigliamento comodo e pratico.

Sentiero escursionistico “Acquachiara”. Come ogni sentiero è realizzato per gli amici della natura, destinato alle persone a cui piace fare lunghe camminate all’aria aperta, lontano dai rumori, in perfetta tranquillità. L’escursionista potrà approfondire la conoscenza di ciò che lo circonda: piante ed animali incontrati lungo il percorso, rocce affioranti nel terreno, vecchie tracce del lavoro umano (carbonaie, campi rimboschiti, vigne incolte, oliveti). All’interno della riserva sono presenti ben 26 casali, da molti anni disabitati, che rappresentano un patrimonio architettonico e culturale da salvaguardare. Lungo il sentiero Acquachiara si incontrano 8 di queste costruzioni, tipici esempi di storia contadina, realizzati con pietre del luogo e mattoni. Essi furono abbandonati in quest’ultimo ventennio, perché la terra povera e argillosa, rendeva estremamente dura e faticosa la vita. Dall’alba al tramonto, impegnati in un’agricoltura di sussistenza, i mezzadri preferirono lasciare la terra e scendere ad abitare nei vicini paesi o emigrare più lontano, impegnati in altre attività, spezzando le radici che per generazioni li avevano tenuti legati a queste colline. Il sentiero escursionistico, poiché presenta forti pendenze è classificato come difficile; L’itinerario è segnalato da appositi paletti a testa azzurra, colore che contraddistingue questo percorso. La lunghezza è di circa 9,5 Km. E il tempo medio di percorrenza è di circa 6 ore. Vi consigliamo un abbigliamento comodo e pratico e vi preghiamo di non lasciare rifiuti lungo il vostro passaggio. Non si possono abbandonare i sentieri segnati, accendere fuochi, danneggiare piante o disturbare animali. Vi ricordiamo che la presenza di una guida permette una comprensione migliore del territorio attraversato.

Sentiero escursionistico “Fossatello”. Il sentiero ha inizio dalla strada provinciale ponte gregoriano-Allerona dove questa attraversa il torrente Fossatello. Ha una lunghezza di km 9,5 ed è classificato molto difficile in quanto nel primo tratto è prevista la risalita, nel greto, del torrente Fossatello. Paletti di segnalazione color rosso. Il sentiero attualmente non è praticabile poiché necessita di lavori di risistemazione.

Sentiero natura “Sentiero Natura del Fiore”. Il Sentiero Natura del Fiore è la stazione esterna del Museo del Fiore ed è stato studiato per dare la possibilità di scoprire attraverso il contatto diretto con l’ambiente naturale: l’importanza dei fiori nel complesso mosaico della vita sulla terra e della vita dell’uomo attraverso i secoli; l’importanza della conservazione come bisogno (oggettivo) della natura e bisogno (soggettivo) dell’uomo; le caratteristiche naturali e le peculiarità della Riserva Naturale Monte Rufeno. Lungo il tragitto sono state individuate 22 stazioni, nelle quali è possibile riconoscere fenomeni naturali o peculiarità già descritte nel Museo. I disegni e i testi esplicativi dei pannelli sono caratterizzati da un linguaggio semplice, comprensibile anche dai più piccoli ma allo stesso tempo rigoroso, scientifico ed efficace. Alcune stazioni sono “arredate” con collezioni di tracce della vita naturalistica, soprattutto quelle poco visibili ad un occhio poco allenato o attento, come le borre dei rapaci notturni, gli aculei dell’istrice, le galle formate dagli insetti, le penne lasciate dagli uccelli, ecc. Una stazione è dedicata interamente al vecchio mulino, con la descrizione delle sue attività e del rapporto uomo-natura. Altra originale stazione è senza dubbio l’arnia didattica: una struttura realizzata specificatamente per l’osservazione delle api in attività (ovviamente progettata per escludere eventuali seccature come le punture degli insetti). Le arnie hanno una parete trasparente, dove da un osservatorio sicuro si può seguire la complessa vita sociale di questi grandi impollinatori. Attraverso questo viaggio nel Sentiero Natura impareremo a conoscere direttamente piante ed animali, a comprendere dei fenomeni biologici principali e le interazioni degli ecosistemi, lo studio della storia locale, la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente.


Sentieri escursionistici Riserva Naturale Selva del Lamone


Una delle tante cascate sul fiume Fiora

La Riserva Naturale della Selva del Lamone, fa parte delle aree protette del Lazio, si estende su 1800 ha e ricade totalmente nel territorio del Comune di farnese in provincia di Viterbo. La Riserva è situata all’estremità Nord-Ovest della regione Lazio e costituisce una cerniera naturale tra la Toscana meridionale e la Tuscia. Essa è stata istituita con la L.R. 12 settembre 1994 n° 45, ed è destinata al corretto uso e alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali; a tutelare il paesaggio in tutti i suoi aspetti; a sviluppare la ricerca scientifica e ambientale; a promuovere attività sociali, culturali e produttive del territorio; a garantire lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle comunità locali interessate.


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